bilancio di fine 2018

Il mio caro amico Lucio Fiocchi (brindo alla tua, Lucio, ovunque tu sia ora) era un uomo che aveva toccato il fondo ed era riuscito, con grande fatica e immani sacrifici, a ritornare a galla. Un giorno mi disse che è sbagliato non voltarsi indietro. Voltarsi indietro significa guardare sé stessi nel passato, rivalutare i successi e gli insuccessi, e imparare da essi. Lucio era un grafico come me e anche un motociclista. Morì a cinquant'anni, ma in quei cinquanta di vite ne aveva vissute due. Lucio era morto da uomo saggio perché aveva imparato a vivere e, di conseguenza, anche a morire.
Io ho imparato a viaggiare nel mio tempo, a cercare le mie esperienze passate e a rivederle nella mia memoria come si guarda un vecchio filmino in VHS premendo il tasto rewind e anche l'avanzamento lento, per rivedere e rivalutare ogni mia mossa, ogni mio passo, ogni scelta giusta o sbagliata.
Ho imparato a memorizzare le strade percorse per poi tornare a ripercorrerle, oppure per evitare di imbattermici ancora. Perché ho capito che la vita è un viaggio e dipende sempre da noi tracciare il percorso giusto perché si trasformi in un "bel viaggio".
L'anno che sta per terminare per il sottoscritto non è stato un anno di eventi positivi, anzi, devo dire che si è trattato di un anno all'insegna della jella! In particolar modo durante il periodo estivo devo dire che la Sfiga, con la "S" maiuscola ha fatto del suo meglio per rovinarmi il periodo migliore dell'anno, quello caldo, fatto di viaggi in moto e vacanze. Non sono caduto vittima di problemi causati dalla mia volontà, da errori o da comportamenti sbagliati. Si è trattato di sfortuna, pura sfortuna. Il mio fisico, seppur non sia mai stato il ritratto della salute, non mi ha mai dato grossi problemi, ma questa volta mi ha giocato un brutto scherzo, al punto di costringermi a ricoverarmi per ben due volte nell'arco di tre mesi.
Fino a qualche mese fa ci pensavo e mi arrabbiavo, ma ora mi guardo indietro e vedo un periodo in cui nonostante le sofferenze che ho dovuto sopportare, ho avuto anche tanto tempo per riflettere sulla mia vita, sul mio futuro. Per la prima volta nella mia vita sono andato vicinissimo a prendere una decisione drastica, che avrebbe cambiato radicalmente tutto. Poi però ci ho ripensato. Non sono così coraggioso. Per la prima volta ho capito che certi pensieri si possono fare, e se puoi pensarlo, puoi anche farlo.
Tra pochi giorni raggiungerò il traguardo dei 49 anni e ancora non riesco a capacitarmi di esserci arrivato. E tutte le volte che ci penso, faccio un bilancio. Quello che ho imparato, quello che ho dimenticato, quello che ho costruito e quello che ho distrutto in questo quasi-mezzo-secolo.
E non c'è scampo, arrivo sempre a pensare agli amori, alle occasioni perse, alle amicizie e ai momenti belli e brutti di ogni esperienza vissuta con i miei compagni di viaggio.
Compagni di viaggio. Ne ho avuti tanti ma non troppi. Non sono mai stato il ragazzo che tutti vorrebbero avere come amico. Mi sono scelto sempre le amicizie e adesso ne sono rimaste poche. Così pochi amici che li posso contare sulle dita di una mano. Ma sono amicizie vere, persone di cui posso fidarmi ciecamente.
A voi, miei compagni di viaggio, dedico una canzone.
Come il DJ di una radio durante una trasmissione notturna, vi invito ad ascoltarla.
Se siete sicuri di rientrare in quella ristretta cerchia, sappiate che vi voglio bene.
Isi Serrati

Commenti