Liutaio per passione

Premessa: http://tbbfanclub.blogspot.com/2011/01/blues-in-teatro-la-prima-impressione.html

Nella recensione parlo di innovazione e di ricerca di suoni diversi, voglia di coinvolgere il pubblico suscitando svariate emozioni. Dal mio punto di vista posso dire di essere orgoglioso di essere stato uno degli artefici di questo successo. In particolar modo per quanto riguarda la parte "chitarristica".
Dopo essere entrato a far parte integrante della vita della Treves Blues Band, prima come fondatore dell'omonimo fan club, poi come curatore dei vari siti, Blog, Facebook, Myspace, ecc., sono anche riuscito a farmi apprezzare per le mie doti di "chitarraio". Non mi definirei propriamente liutaio, anche perché non lo sono. Semmai, grande appassionato, quasi un feticista, di strumenti elettrici a 6 corde! Il chitarrista della Treves Blues Band, Alessandro Gariazzo si è subito fidato di me e un bel giorno mi ha affidato la sua "N.1", una incredibile Gibson Les Paul Gold Top 1971 (mini humbucking).


Diciamo che se fossi stato il lui non l'avrei affidata di certo al primo che capita, ma è stato così, e fu così che cominciò il nostro sodalizio.
È un po' come quando ti insegnano a nuotare buttandoti in acqua dove non si tocca! Mi ritrovai di fronte un pezzo di storia. Una chitarra leggendaria, non tanto per il suo nome, quanto per i successi ottenuti dal suo proprietario sui palchi di tutta Italia. Conciata da buttare via, sporca, usurata all'inverosimile e con "acciacchi" dovuti all'età e all'uso estremo molto difficili da risolvere. Feci di tutto per soddisfare la fiducia che Alex aveva riposto in me. Mi documentai, acquistai gli attrezzi giusti e feci il possibile, anzi l'impossibile per soddisfare questo grande amico.
Seguì a ruota la seconda "commessa", ancora più impegnativa e inquietante: Heritage H-526.

Qui ormai la sfida era stata lanciata. Più che altro a me stesso. E anche in questo caso riuscii a portare a termine la missione. In pratica l'utilizzo estremo degli strumenti e la ridotta manutenzione porta sempre a problemi apparentemente insormontabili per quei chitarristi (anche molto bravi) che non hanno sufficiente praticità nel mettere mano al loro strumento.



Viterie allentate, manici non più regolati a dovere, setup sballati, strumenti che non tengono l'accordatura, tasti disallineati, insomma tante simpatiche "magagne" da risolvere senza andare a danneggiare l'unicità e il prestigio della chitarra.
Per completare la sua gamma di suoni, per il concerto di ieri sera, Alex si è portato dietro anche l'ultima mia "paziente", una Stratocatser dei primi anni 90, che mi affidò perché non più utilizzata da svariati anni e bisognosa di una "rinfrescata".


In effetti, nonostante le Fender siamo il mio pane quotidiano, questa Strato è stata la sfida più importante che ho dovuto accettare. Mi accorsi subito a prima vista di qualcosa di strano: il manico disallineato rispetto al corpo e delle strane viti utilizzate per il fissaggio dello stesso manico (con testa a taglio invece che a croce). Dopo averla smontata inorridii! Le viti usate erano quelle date in dotazione con i normali tasselli "Fisher" che si usano per fissare le mensole ai muri, i tasselli di materiale plastico erano stati "annegati" con la colla all'interno del manico probabilmente a causa del precedente spanamento totale delle filettature all'interno dello stesso. Un lavoro piuttosto rudimentale, fatto dal precedente proprietario circa una ventina di anni fa. La colla usata ormai si era "cotta" e aveva sbriciolato i fisher con conseguenze disastrose per l'assetto generale della povera Strato. Scoprii anche il motivo dello spanamento: un utilizzo improprio e al limite del criminale della regolazione del "Microtilt" di cui questa chitarra è dotata (ragazzi, se non sapete co'è il Microtilt, non metteteci mano, per cortesia!!!)
Alla fine con tanto amore, pazienza, un trapano verticale, quattro cilindretti di acero canadese, colla vinilica per liutai e sudore della fronte (non tanto per la fatica ma per la paura di sbagliare) sono riuscito anche a sistemare questa bimba.
Il concerto di ieri sera è stato il coronamento di tutti i miei sforzi. Io, in piedi sugli spalti dell'Auditorio di Nova Milanese, che sudavo guardando e ascoltando quelle tre chitarre che suonavano in modo celestiale…
…una soddisfazione che non ha prezzo!

Un grande grazie a Renato Cifarelli per le foto!

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