Quando si perde un'occasione

Come fa uno a sapere cosa sarebbe accaduto se quel determinato giorno non avesse fatto quella determinata cosa, non avesse scelto di prendere quella determinata strada oppure avesse, per caso, deciso di rimanere a casa invece che uscire con gli amici? Esistono momenti cruciali nella nostra vita. Si dice "cruciale" forse perché in certi momenti ci si trova ad un incrocio (questo fa molto "Blues") e si deve scegliere se proseguire dritto, girare a destra o a sinistra. A volte non si pondera, si procede verso la propria strada, in balìa degli eventi o semplicemente del caso. Io stesso mi domando se quell'estate avessi rinunciato, come feci l'estate precedente, a partecipare al campeggio con i volontari della mia associazione. Probabilmente adesso sarei una persona completamente diversa, non avrei conosciuto, o comunque non avrei potuto conoscere in determinate circostanze colei che tanti anni dopo sarebbe diventata mia moglie. Il bello di tutto ciò è che la maggior parte delle volte non ci rendiamo conto di essere giunti a quel fatidico "crossroad", forse perché non siamo più abituati a guardarci intorno e nemmeno dentro noi stessi. Non è più così facile accorgersi di stare per fare una scelta cruciale. Da ragazzi si compiono tanti passi falsi e si perdono tante occasioni per inesperienza o per pigrizia e la cosa più divertente è che ce ne rendiamo perfettamente conto, ma abbiamo dalla nostra parte il tempo. Poi si cresce e forse a causa del senso di colpa si tende a non fare più caso alle scelte sbagliate, crediamo di avere ancora tempo per rifarci, ma non è vero! Non abbiamo più quindici anni e sappiamo bene che non capiterà più! Per questo motivo una volta superato un certo traguardo "ogni lasciata è persa". Quella chiacchierata con quella simpatica morettina al pub con gli amici, tu che pensi "non le chiedo il numero di telefono, tanto prima o poi la rivedrò", quell'intesa immediata con un potenziale grande amico durante quel tragitto interminabile in treno e quel "ciao" senza seguito. Quella magnifica Gibson in vetrina in un negozio della tua città, la sua prova che ti ha portato indietro di vent'anni e ti ha fatto battere in cuore e il pensiero che "tanto ne producono a bizzeffe come questa, non la compero adesso, aspetto…" e il tempo che passa e tu che, preso nel vortice di una vita fatta di routine e poco movimento, temporeggi, temporeggi e ogni tanto ti rendi conto che hai perso una, due, tre, cinquanta, cento, mille occasioni, e nulla torna. Quei momenti sono solo ricordi appannati nella tua mente, ti senti colpevole e tendi sempre di più a cancellarli, ma loro ritornano a riproporsi. Sono convinto che la maggior parte delle nostre frustrazioni e il nostro malcontento, piccoli o grandi che possano essere, vengono da lì e si accumulano a tutto quello che siamo per farci sentire sempre di più il peso della vita che ci trasciniamo dietro. La soluzione è imparare a dire di sì, non parlo di recuperare il tempo perso, ma di ricominciare a scoprire nuove strade e magari aprirsi nuovi percorsi che magari non ci porteranno a rivoluzionare o stravolgere tutta la nostra vita, ma almeno ci avranno fatto sentire ancora in grado di decidere di essa.

Commenti