un amico impareggiabile

Whisky nacque nella cascina di mio zio, a Bisnate. Sua madre era una collie di pura razza, abbandonata dai suoi padroni forse proprio perché incinta. Mia zia la intravide passare di notte sulla strada sterrata che porta all'Adda. Era in corso una tempesta di quelle che si vedono solo da quelle parti. Vento, grandine e pioggia a secchiate. Mia zia non si tolse quell'immagine illuminata dal bagliore del fulmine e la mattina successiva andò a controllare. Sotto ad un vecchio carro abbandonato, al riparo in una rimessa mezza diroccata, la cagnolina aveva partorito ben cinque cuccioli. Mia zia raccontò l'accaduto a mia mamma, e ad altre decine di persone. Nel giro di pochi giorni cominciarono a formarsi capannelli di ragazzini incuriositi da quella nuova cucciolata di quello che dovevano essere dei bellissimi collie purosangue. La maggior parte dei partecipanti a quel pellegrinaggio ne tornava delusa, infatti il colore e le caratteristiche fisiche di quei cuccioli faceva sospettare che il loro padre non fosse proprio un altro collie purosangue, bensì qualcosa che sicuramente poteva essere ricondotto ad un meticcio randagio dalle fattezze di simil pastore tedesco. I neonati erano tutti dotati di un muso grossolano e non affusolato come quello del pastore scozzese, inoltre i colori andavano dal fulvo al marrone rossiccio pezzato marrone e bianco, pelo lungo e corto. Quando toccò a me, mio fratello e mia cugina Stefania, era un pomeriggio di sabato. Appena giunti alla rimessa ci mettemmo a fischiare e immediatamente la mamma collie uscì a farci le feste mugolando e uggiolando. Quando entrammo ci fu un fuggi fuggi generale di deliziosi timidi cuccioletti, che andavano a nascondersi dove possibile, tranne uno di loro, più grosso e dal pelo più lungo che ci corse incontro ringhiando minaccioso. Da subito rimanemmo colpiti dalla bellezza e dal carattere di quella specie di orsacchiotto. Ci rendemmo subito conto di trovarci al cospetto di un leader, più grosso perché sempre il primo a mangiare e di più degli altri, impavido piccolo protettore dei suoi fratelli.
In famiglia lasciano sempre a me il compito di trovare il nome a tutti i nostri animali, cani, gatti, uccellini che siano. Così anche quel giorno trovai cinque nomi il più originale possibile per quegli animaletti. Il più interessante di loro, quello grosso, lo chiamai Whisky, per via del colore del pelo. Nonostante le nostre suppliche non riuscimmo a convincere i nostri genitori a farci portare a casa Whisky, ma qualche giorno dopo successe qualcosa che ci aiutò molto a fare in modo che questa cosa succedesse: Whisky subì un incidente in cascina, dal quale uscì con una zampetta fratturata. Lo portammo dal veterinario a Milano, dove diagnosticarono la frattura e subito anche i medici ci fecero i complimenti per l'ottima scelta. Si trattava di un esemplare incrocio tra pastori scozzese e tedesco, dotato delle migliori caratteristiche di entrambe le razze. Bellezza, eleganza e forza. Ci garantirono che sarebbe guarito in breve tempo e così fu. Nel frattempo tutta la famiglia, io, mio fratello, mia mamma e mio padre ci affezionammo a lui e decidemmo di tenerlo. Non fu facile perché ci saremmo trovati con due cani in un piccolo appartamento in un condominio di Milano. Whisky crebbe e diventò un magnifico cane dalle dimensioni di un pastore tedesco ma con l'eleganza e la grazia dei movimenti del collie. Muso abbastanza lungo e affusolato, orecchie dritte, grande criniera fulva dal petto bianco e pelo lungo e fluente, in frange fino alla punta della coda. Era un cane furbo e intelligente, visse con noi per oltre tredici anni. Vide me e mio fratello frequentare, abbandonare e riprendere le scuole, ci vide intraprendere la vita lavorativa, vide la morte di nostro padre e con la sua grande forza e fedeltà ci sorvegliò come un bravo pastore fino al suo ultimo giorno di vita. Non mi dimenticherò mai di lui, amico impareggiabile. 

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